Illustrazione di Lisa Barbera
Testo di Federica L. Mattei
È notte ormai, e la mia stanza vuota produce rumori che non mi appartengono più, ticchettii che perdono un colpo, in mezzo ai mille presi.
Colore fermo di sostanza rappresa, e poi il silenzio.
Nulla più del silenzio. Nulla più delle mani feroci che hanno preso il posto delle parole mancate. Quelle mani con cui accarezzavi e che poi sono divenute bestia. Gli incubi nella tua testa, di cui non avevo colpa, ma che è toccato a me scontare.
Implacabile e crudele, questo amore recitato. Un palcoscenico di finzione. Una vita persa.
È buio ormai, e la mia stanza è vuota.
Vuota di me.